Toni, viveva
circondato da gente semplice, in una piccola casa, di piccolo paese dal curioso
nome, Paese-Qui, circondato da verdi colline rotonde e campi di terra rossa
dove nodosi alberi ricchi di foglie si tenevano compagnia a distanza.
Toni era
apprendista falegname. Lavorava nel paese Vicino. Ogni mattina saliva sua
bicicletta blu, ben curata, lucidata, freni in ordine, sellino imbottito,
campanello squillante. In effetti Toni non possedeva tante cose. Oltre alla
bicicletta, aveva una borsa di pelle consumata dove teneva i suoi attrezzi di
lavoro. Una pialla, una sega dai grossi denti, un martello ricurvo … cose così.
Quella
mattina, come tutte le mattine, salì sulla bicicletta in direzione di Paese
Vicino. Quella notte era venuto un acquazzone e la strada era ancora umida. Ad
una curva più stretta, in discesa, Toni perse il controllo della bicicletta e
in un attimo si trovò a volare oltre il fosso, gambe all’aria, atterrando in un
campo di terra rossa, proprio accanto ad un albero nodoso. Si rialzò: uno
strappo ai pantaloni sulle ginocchia, un graffio nel gomito, un colpo alla
spalla. Tutto sommato era ancora intero e anche la bicicletta, sarebbe bastato
togliere un po’ di fango.
Stava per ritornare
nella strada, quando un raggio di sole illuminò qualcosa proprio accanto Alberobello nodoso.
Incuriosito,
Toni si avvicinò all'albero. C’era qualcosa che spuntava seminascosto nella
terra. Con le mani scavò, tolse il fango e rimase con gli occhi spalancati. Era
un cristallo rosso, con tante facce luccicanti. Tornò a scavare lì vicino e
trovò altre pietre con striature verdi, dorate e argentate, così tante che ci
sarebbe voluto un carretto per portarle via. Non poteva credere ai suoi occhi.
Era pieno di gioia. Aveva trovato un Tesoro!
Pensate che
era un Tesoro arrivato direttamente dal Cielo un posto lontano, nascosto e
profondo. Non era un tesoro qualunque come quelli che nascondono, che so i
pirati o i ladri dopo una rapina. Infatti, solo coloro che avevano un cuore che
sa amare, poteva vederlo. Per gli altri quelle pietre erano solo sassi senza
valore.
Con le mani
coprì di nuovo il Tesoro, poi risaltò sulla bicicletta e andò al lavoro.
“Ho scoperto
un Tesoro straordinario, se fosse mio, cambierebbe la mia vita per sempre!” si
continuava a ripetere. “C’è un solo modo per poterlo avere. Devo comprare il Campo
in cui è nascosto”.
Soldi
proprio non ne aveva. L’unica soluzione era vendere tutto quello che possedeva.
Quando
arrivò il sabato, lucidò per bene la sua bicicletta, e pulì per bene i suoi
attrezzi. Poi andò al mercato per vendere la sua merce.
Ne ricavò un
intero sacchetto di monete; non granché in verità.
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