sabato 29 aprile 2023

Francigena da genova - 20 maggio 2022. T18 (VF37): Radicofani, Acquapendente

20 maggio. T18 (VF37): Radicofani, Acquapendente È l’ora di mettere alle spalle la fatica di ieri, certo non è stata un'impresa, visto che i nostri amici sono arrivati tre ore prima di noi. Ieri sera a cena ho potuto conoscere Anna, spettacolare signora di 87 anni (ottantasette!) che viene da San Francisco e che sembra assolutamente intenzionata ad arrivare a Roma: un portento di vitalità e intelligenza. La tappa di oggi vale quasi come un riposo. Scendendo da Radicofani si capisce che il paesaggio sta cambiando. Le colline tonde della Val D'Orcia fanno spazio agli spigoli dei dirupi e delle calanche. Da una parte il dolce, dall'altro il salato. Per la parte finale, la guida suggerisce di evitare i pochi chilometri sulla via Cassia che separano da Acquapendente: sono senza marciapiede, con curve pericolose percorse a velocità sostenuta da camion e auto. Noi, su rischio TIR abbiamo già dato il nostro! Si prende l’autobus e l'autista del mezzo non ci fa pagare la corsa per via dello sciopero in corso. Diciamo la verità, come genovesi siamo sensibili a queste piccoli vantaggi! Incrociamo qualche pellegrino che comunque ha scelto di completare la tappa piedi, sfiorato dalla fiancata del bus. E intanto siamo in Lazio. Oggi c'è tutto il tempo di riposare e vedere il Santo Sepolcro e le fontane di Acquapendente. La sofferenza non è un valore, non può essere indicata come una strada per il cielo. Però la sofferenza c'è, fa parte della vita. Può essere come una nera e fitta nube che copre il cammino, ma se il vento soffia giusto può anche essere come una mattinata tersa che ti fa vedere "oltre", dove i contorni prendono volume, forma, significato. Comunque sia si passa inevitabilmente da quel “Sepolcro” che qui ad Acquapendente è riprodotto nella cripta della cattedrale. Senza quel Sepolcro e senza Resurrezione, cioè Vita, non ci sarebbe pellegrino, non ci sarebbe pellegrinaggio, non ci sarebbe cammino.

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