giovedì 21 dicembre 2006

Il matrimonio è per sempre

Oggi sono intervenuto con un commento, nel blog di Paolo, in merito a "il matrimonio è per sempre".

L'argomento è difficile, si parla di matrimonio e pacs.
Lo aggiungo al mio "Come si cambia" perchè in questo caso, a cambiare è "il sentire" di una intera società, cambia la percezione di ciò che è un valore in cui credere e ciò che non lo è.
Forse, mi dico, gli stessi criteri che si applicano al cambiamento interno (che io cerco di descrivere) sono applicabili anche alla collettività.
Per questo riporto sotto il mio intervento.

Vedo che si parla di matrimonio e pacs.
E' un argomento che mi porta disagio. Cerco di spiegarmi.
Intanto perchè all'accordo di "sostegno reciproco per sempre" che due persone, un uomo e una donna, decidono responsabilmente di stabilire fra loro, davanti a una comunità e, se ci credono, anche davanti a Dio, credo fortissimamente. E' una esperienza di crescita, di ricchezza, di maturità, di realizzazione umana, lo chiamano Matrimonio.
E' una esperianza della persona. Punto-e-basta. Non della persona che crede in Dio o che crede nel Dio della Chiesa Cattolica.
Il Matrimonio è una esperienza comune a moltissime culture e civiltà. Il Matrimonio esiste per credenti e non credenti. E' una esperienza per la vita!
Dico questo perchè non si insista sulla contrapposizione dei Patti con il Matrimonio-Religioso, ma casomai con il Matrimonio-punto-e-basta.

Anch'io penso che l'uomo e la donna che scelgono di vivere "di fatto" non avranno, in generale, interesse a introdurre dei "patti": darebbero una vernice di "diritto" al loro stare insieme. Sarebbe un controsenso alla loro scelta.
L'idea sembra piuttosto un grimaldello per legalizzare le unioni omosessuali. Ecco il disagio.

Aggiungo che non credo allo scontro e alla contrapposizione, su questo e su altri argomenti delicati legati alla vita e alla persona.
Penso che effettivamente, che mi piaccia o meno, c'è una realtà sociale con la quale devo, anzi voglio, fare i conti.
Penso che alle mutazioni culturali non ci si possa opporre con la rigidità; mi sembra che la storia insegni che non ha mai funzionato. Meglio guardare avanti come diceva Theilard de Chardin: "...perchè il meglio deve ancora accadere".
Se si potesse discutere delle richieste giuridiche degli omosessuali e riconoscere quali corrispondono a reali "diritti" della persona e a come garantirli senza aggiungere patti e matrimoni-burla sarebbe troppo bello.
Eppure so che in entrambi gli schieramenti politici ci sono proposte sensate in questa direzione.

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