Se guardo indietro nella mia vita, mi rendo conto che, anche inconsapevolmente, ci sono sempre state queste scadenze interiori.
In questo periodo, "qualcosa" si è completato, ed eccomi qui, di nuovo, con me stesso, a guardare avanti.
Cosa succederà fra otto anni?
La risposta è quasi automatica. Andrò in pensione (San Governo prega per me!).
Allora mi è venuta in mente l'idea di un cerchio che si deve chiudere.

In qualche modo il messaggio che continuamente mi ha passato era segnato dalla sua esperienza personale: il culto del lavoro fisso e quello del "pezzo di carta" (il diploma, la laurea).
Infatti il mio lavoro è sempre stato così: belle esperienze, gratificazioni, crescita professionale e di responsabilità, ma sempre dipendente.

Chissà se, prima di smettere di lavorare, io non riesca a completare il percorso inverso del papà e diventare imprenditore di me stesso.
E' un obiettivo da coltivare da subito perchè richiede anche un approccio psicologico adeguato, un cambio di rotta rispetto a comportamenti radicati.
L'appuntamento è a "fra otto, dieci anni", per aggiornare questo annuncio.
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